
Il punto di vista – #PdV
Evolvere verso nuove prospettive
L’articolo della settimana è molto personale. Giovanni, fotografo marchigiano, ci racconta di come la sua vita sia cambiata totalmente, avvicinandosi alla natura e a un mondo “lento”, scoperto in un piccolo borgo italiano. La divulgazione alla conoscenza del territorio si è unita alla fotografia di natura, scoprendo di avere occhi nuovi e nuove emozioni.
Quando nel 2008 decisi di acquistare una piccola abitazione nel borgo di Elcito, un castello del 1300 arroccato su uno sperone di roccia a 820 metri di altezza alle falde del Monte San Vicino, non mi ero reso conto di cosa questa scelta avrebbe rappresentato in futuro per la mia vita.
Ero un ambientalista e fotografo della domenica in cerca di pace e tranquillità dopo una vita un po’ movimentata.
Stavo partecipando assieme ad altri amici alla battaglia per la istituzione di una Riserva Regionale osteggiata dalle solite lobby dei cacciatori e dei fuoristradisti e non solo.
Partita vinta alla fine del 2009 ed alcuni anni dopo con l’ampliamento dei confini, Elcito conosciuto anche come il piccolo Tibet delle Marche, è entrato a far parte dell’area protetta.
È stato in quel periodo che sono stato contattato da alcuni fotografi dell’Afni Marche che volevano dei consigli per realizzare un libro fotografico dedicato all’area protetta poi pubblicato con il titolo Il Monte San Vicino. Scoperte le potenzialità della fotografia naturalistica ho partecipato ad un corso organizzato dall’Afni Marche e sono entrato a far parte dell’associazione.

Ed è stato così che ho scoperto che ero vicino a due aree floristiche protette, con fioriture che iniziavano con i primi tepori invernali fino all’autunno inoltrato.
Poche centinaia di metri dal paese, su vecchi terrazzamenti una volta coltivati, in primavera nascevano orchidee di ogni tipo e la vegetazione spontanea favoriva la presenza di bruchi e farfalle in continuazione.
Poi la faggeta secolare del Canfaito, una volta attraversata solo sui sentieri ora veniva vissuta anche nei più piccoli anfratti alla ricerca di forme e colori ma soprattutto sensazioni da vivere nell’assoluto silenzio.
Ed infine scoprire che in fondo all’altipiano del Canfaito c’era una specie di belvedere che spaziava dai Sibillini, al Gran Sasso, alle montagne abruzzesi fino al mare e da dove alzandosi nel pieno della notte si poteva vedere il sole sorgere dal mare ed illuminare le montagne ed il paesaggio sottostante, spesso immerso in un mare di nebbie.
Contatto con la natura, lunghe sedute fotografiche a qualunque ora del giorno compreso il silenzio e l’atmosfera magica della notte hanno accompagnato ed accompagnano la mia vita.
Torna a tutti gli articoli pubblicati


