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Cuentos de la selva

 

A volte mi fermo iniziando a pensare tra me e me su dove sono finito e su tutta la strada che ho fatto.

Penso che solo un anno fa ero nella Lapponia Svedese, a lavorare in una fattoria spaccando legna, mentre ora mi trovo catapultato nella foresta Atlantica e sto lavorando in un progetto di ricerca sul Cebo dai Cornetti, e questo mi fa riflettere: sinceramente non so bene dove stia andando però so solo che ho bisogno di andare e andare per saziare la mia curiosità sul mondo che mi circonda.

Ma torniamo al nostro primate ;).  Non pensavo che seguire il Cebo dai Cornetti (Cebus apella) potesse essere così difficile, pensavo “beh se posso scalare le  pietraie della Majella sotto il solo di agosto, questo sarà una passeggiata”, tuttavia non potevo minimamente immaginare quanto mi sbagliassi!

Sveglia all’alba alle 5 per essere li sotto l’albero dove avevamo lasciato il “nostro” gruppo la sera prima a dormire. Una volta arrivati si inizia a seguirli raccogliendo vari dati per la ricerca, per tutto il giorno. Bisogna considerare che sin dalle prime ore del mattino  il calore e umidità sono estremamente elevati e le liane e gli arbusti del sottobosco rendono difficile qualsiasi tuo passo e rendendo estremamente difficoltoso  seguirli (anche solo a vista) per i vari strati verticali della foresta. Le ragnatele ti si attaccano sulla faccia con dentro  ragni grandi come la tua mano e il tutto avviene indossando spessi stivali di gomma per prevenire i morsi dei serpenti e con pantaloni e  camicia lunghi per evitare punture di insetti. Come se non bastasse noi fotografi dobbiamo aggiungere il disagio dovuto agli zaini con svariati kg di attrezzatura fotografica e la difficoltà dello scatto che non è da sottovalutare :  infatti questi primati sono in continuo movimento spostandosi da albero ad albero, scomparendo tra una chioma per poi apparire su una palma e così via, rendendo frenetica e difficile la vita all’’autofocus.

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