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- Tuttapertura
Thomas Wester - Naturfotograferna
a cura di Ioannis Schinezos
La storia, l’organizzazione e i progetti dell’associazione che raggruppa i fotografi naturalisti svedesi, ma anche la protezione della natura in questo paese scandinavo. - Mare e deserto – Baja California Sur
di Andrea Izzotti
Una crudele battaglia tra i marlin striati e le sardine. Attorno, un paesaggio magnifico e incontaminato che fonde la vastità dell’oceano con dune e cactus. - Concorso asferico 2020
Conosciamo le spettacolari immagini vincitrici del nostro Concorso di quest’anno. Fotografie che raccontano lo scenario naturale e gli animali, sopra e sotto l’acqua. - Incontro con l’autore: Agorastos Papatsanis
di Ioannis Schinezos
Grande attenzione per ogni particolare dell’inquadratura caratterizza le composizioni del nostro ospite. Soggetti visti da prospettive nuove e spettacolari. - Luoghi dimenticati, luoghi solitari
di Andrea Pozzi
Andare in cerca di luoghi remoti, sognati fin dall’infanzia su un piccolo mappamondo. Immergersi nel paesaggio, esserne parte, respirare all’unisono con esso. In solitudine. - AFNI commended
Giovanni Maurizi - AFNI story
di Mauro La Malva - Immagini e Parole
Sul guardare di John Berger
Spillover – L’evoluzione delle pandemie di David Quammen
Otters – return to the river di Laurie Campbell & Anna Levin
#pdv – In cerca di emozioni … di Cristiano Vendramin
January 13th, 2021Il punto di vista – #PdV
In cerca di emozioni
Conoscere così bene i propri luoghi, tanto da progettare un’uscita fotografica mirata per costruire un racconto. Il bagaglio di conoscenza guida il fotografo che sa di trovare la fonte sicura di ispirazione
Quando mi è stato chiesto di partecipare alla rubrica Il Punto di vista non ho avuto esitazioni nel rivolgere il pensiero alla Foresta del Cansiglio, ambientazione di splendide giornate trascorse in natura.
Questa Foresta offre al fotografo frontiere infinite entro cui far spaziare l’immaginazione.
Al contempo ero consapevole che sarebbe stato inutile ogni tentativo di fornire, seppur sommariamente, una descrizione della grandiosità e delle peculiarità naturalistiche di questo sito.
Lo stesso ragionamento valeva anche per un breve racconto fotografico.
Penso che ognuno di noi sia consapevole di essere testimone di una frazione, infinitesimale, della storia e dell’evoluzione della natura, la quale sfugge alle dinamiche ed alle ristrettezze del tempo a nostra disposizione.
A dirla con le sagge parole di Mario Rigoni Stern, il tempo della foresta non è quello del campo, né del frutteto, nemmeno quello della vita di un uomo.
Senza dunque alcuna pretesa, tantomeno di esaustività, ho quindi deciso di scegliere una stagione (l’autunno), e di raccontare una recente uscita fotografica.
Parto la mattina, di buon’ora, da Vittorio Veneto, mia città natale sita proprio a due passi dall’altopiano.
Questa vicinanza – non lo nascondo – mi è stata di forte aiuto nel corso del 2020, anno segnato da un’emergenza sanitaria che ci ha imposto distanziamenti interpersonali e riduzioni degli spostamenti.
Torno con voglia a fotografare dopo la breve pausa estiva: in autunno cambia la luce, e si creano condizioni ideali per i fotografi naturalisti.
Non mi riferisco solamente ai colori, davvero mozzafiato, della stagione, ma anche alle nebbie che, specie in Cansiglio, grazie alla sua morfologia, possono ristagnare per giorni interi.

In circa venti minuti d’auto, poco prima dell’alba, arrivo alle pendici del Monte Pizzoc, uno dei rilievi che circondano l’altopiano del Cansiglio.
Il fenomeno, caratteristico di questi luoghi, dell’inversione termica, fa sì che vi sia una inversione anche nella presenza delle specie vegetazionali, con il faggio (Fagus sylvatica) sito a quote più alte (tra i 1100 e i 1400 mt) rispetto all’abete.
Zaino in spalla mi addentro nel bosco, sperando che la nebbia dalla conca cominci a risalire.
In appena mezz’ora il bosco cambia completamente aspetto, la nebbia non si è fatta attendere.
In un primo momento, ancora assente la luce, percorro un sentiero tenebroso; attorno a me sento la presenza di alberi vertiginosi, che assumono sembianze più che stravaganti.
I folti rami, come lunghi capelli paiono scendere dal cielo; altri formano invece archi o strutture che riconduco a immagini familiari.
In un piccolo prato un faggio, spezzato dalla forza dal vento, giace da chissà quanti anni.
Ad un certo punto, inaspettatamente, la luce del nuovo giorno riesce a farsi spazio, rendendo le cortecce dei faggi di un elegante grigio argenteo. Mi sembra di poterle toccare da quanto sono piene di vita.
L’atmosfera è proprio quella che cercavo; il bosco tutto per me, il bianco della nebbia a cancellare ogni distrazione ed elemento di disturbo, il tempo che sembra essersi fermato mentre utilizzo la mia reflex.
Quando il sole, ormai alto, scaccia la residua umidità, guardo l’orologio e noto che sto fotografando da oltre tre ore.
Ma l’incanto non è ancora del tutto svanito.
Nell’uscire dal bosco, rigenerato, noto un esile faggio che si erge – in tutta la sua fierezza – proprio al limitare del ciglio della strada; anche a lui non ho potuto che dedicare uno scatto prima di rincasare.
Ora però la luce è troppo forte, e metto via soddisfatto l’attrezzatura fotografica.

E forse, a pensarci bene, è proprio questo quello che cerco nella fotografia: vivere un’esperienza che mi stupisca e fissare quell’emozione in una immagine. Meglio ancora se questa magia avviene nei luoghi a me cari, e dall’osservazione delle cose più semplici.

Dal 2019 fonda con altri tre fotografi naturalisti italiani il gruppo Innerscape, con l’obiettivo di proporre una fotografia introspettiva, che valorizzi la visione più intima della natura.
#pdv – Carso, un mondo a colori … di Marco Feresin
January 6th, 2021Il punto di vista – #PdV
Carso, un mondo a colori
Immergersi nei colori autunnali, studiando la luce delle piante e in particolare del Sommaco. L’occhio fotografico si rinnova sempre anche quando si è davanti a un unico soggetto…merito della conoscenza, dell’osservazione e della passione.
Sono oramai da più di trent’anni un appassionato di fotografia e la scoperta di questo mondo, per me, è avvenuta per caso.
E colei che involontariamente mi fece conoscere un universo nuovo è stata mia madre che stufa di vedermi scattare fotografie durante i miei viaggi giovanili in Europa, con fotocamere di plastica presenti come gadget nei fustini del Dixan (allora per aumentare le vendite si faceva così), mi comperò la mia prima reflex, una Pentax P30n, macchina a pellicola manual focus con esposizione automatica e manuale a priorità di diaframmi, che tutt’ora ho e che funziona ancora perfettamente.
Ovviamente le foto che ne uscivano da quelle compatte di plastica erano inguardabili visto che non si poteva intervenire in nessun modo in fase di scatto e ci si doveva affidare alla classica giornata di sole…

E partendo da queste ultime considerazioni che ho pensato di scrivere alcune righe aventi per oggetto il Carso, un mondo a colori, luogo ricco di spunti interessanti che grazie alla fotografia ho imparato a scoprire.
Tutti più o meno sappiamo cos’è il Carso, un altopiano roccioso calcareo che si estende a cavallo tra Friuli-Venezia Giulia (provincia di Gorizia e Trieste), Slovenia e Croazia, noto storicamente per essere stato teatro di violente battaglie durante la prima guerra mondiale, tra le truppe italiane e quelle austro-ungariche. E tutti sappiamo anche cos’è il carsismo, cioè una particolare forma di modellamento superficiale e sotterraneo causata dall’azione delle acque meteoriche, sorgive e profonde su alcune rocce.
Quando si pensa al paesaggio carsico la prima cosa che viene in mente è una landa desolata ricca di arbusti spinosi e rocce spigolose dove…non c’è nulla da fotografare…e invece, c’è un mondo la fuori! Negli ultimi tempi nelle mie passeggiate, armato di zaino, macchina fotografica e treppiede, mi sono concentrato sui colori autunnali degli arbusti che popolano l’altopiano, sommaco in primis ma anche sulla flora del periodo attuale (ciclamini principalmente) nonché sulla fauna più facile da intravedere come caprioli e i camosci, quest’ultimi presenti nella zona che va dal goriziano sino al monfalconese. Va precisato che in zona vivono anche altri animali tra cui lo sciacallo dorato, ma è difficilissimo da vedere in quanto molto schivo.
I colori dicevo. Subito dopo il primo freddo d’autunno, per merito del Sommaco, ampie zone del Carso si tingono di colori che variano dal giallo oro al rosso brillante al porpora, e che paiono talvolta vere e proprie fiammate nel paesaggio della landa carsica.
E’ un caratteristico arbusto il cui nome scientifico è Cotinus coggygria Scop. o Rhus cotinus L., ma che è anche noto come scotano o con il suggestivo nome di albero di nebbia (nome dovuto alle infruttescenze, vistosamente piumate, e che paiono quasi sbuffi di fumo).
Nella landa carsica, battuta dalla Bora, la sua altezza raramente raggiunge i due metri. Se attecchisce in zone riparate, allora si sviluppa in altezza, raggiungendo anche le dimensioni di un albero. E’ una pianta eccezionalmente robusta, che si accontenta di affondare le proprie radici in pochi centimetri di terra tra le fessure della roccia.
Nelle mie immagini l’ho ritratto cercando di enfatizzarne i colori assunti in questo periodo, sia dando ampio respiro all’immagine mediante l’uso di grandangolari sia concentrandomi sui particolari quali foglie o l’intreccio dei rami. Certe volte sono proprio entrato dentro l’arbusto stimolato magari dalla luce piatta di quel particolare momento da usare come sfondo all’immagine che avevo in mente.
Ma come dicevo, non mi sono dedicato a ritrarre il solo sommaco. Camminando lungo i sentieri spesso ci si imbatte in zone dove si possono trovare i ciclamini, che con la loro colorazione contribuiscono ad arricchire la tavolozza dei colori autunnali. Hanno una delicatezza unica questi fiori, stregano per quanto belli sono. Mi sono divertito con le mie macro ambientate, mediante l’utilizzo del 300mm, a valorizzarne l’eleganza e raffinatezza sfruttando il bokeh prodotto dal tele.
Bokeh che ho sfruttato anche per fotografare l’Eringio ametistino, fiore tipico del Carso e molto spinoso, che nel periodo migliore assume un particolare colore bluastro-violetto dell’infiorescenza ma che io ho ritratto contestualizzato nei colori autunnali del sommaco. E non dimentichiamo l’abete rosso presente in molti esemplari con le sue forme sinuose, quasi a competere in bellezza con la restante vegetazione presente. Insomma, tanta roba!
Ovviamente non potevano mancare i camosci nelle mie foto, animali presenti in discreto numero sull’altipiano e abbastanza abituati alla presenza dell’uomo, per cui specie verso fine giornata vado a ritrarli in questo ambiente, diverso da quello montano ma non meno interessante. Mi piace rimanere lì con loro a guardarli mentre si inerpicano sulle rocce o mentre le madri coccolano i loro piccoli regalandomi momenti di estrema serenità e piacevolezza.

#pdv – Missione pescatore…di Luigi De Vivo
December 30th, 2020Il punto di vista – #PdV
Missione pescatore
Un incontro si può pianificare anche quando riguarda un selvatico: conoscere i luoghi, le abitudini, gli habitat, può essere fondamentale per cercare di stabilire un contatto (fotografico) con una specie ambita. Ce lo racconta Luigi De vivo, professione Biologo, fotografo appassionato che ha sfruttato le conoscenze per centrare l’obiettivo sulla sua missione: osservare il falco pescatore.
È ancora buio quando comincio a camminare, la torcia illumina i miei passi tra la salicornia sento gli stivali affondare nella melma e diventare più pesanti. Mi trovo in una zona paludosa formata da una grande ansa del mar piccolo a Taranto, la zona è circondata da una grande pineta e l’acquitrino che si forma è l’habitat ideale per moltissimi acquatici che qui svernano, nidificano o sono di passaggio. Il mio obiettivo però è incontrare il falco pescatore che in questa zona, da qualche anno trascorre un po’ di tempo prima di ripartire per i luoghi di svernamento molto più a sud; arriva a fine estate e riparte quando le temperature diventano più rigide, intorno la fine di novembre.
Dopo vari tentativi andati a vuoto ecco che un bel giorno il mio amico si fa vedere in tutta la sua bellezza regalandomi le emozioni che cerco ogni volta che parto zaino in spalla. Per me avvicinarmi alla fotografia naturalistica è stata una conseguenza del grande amore per gli animali e la natura, questa passione alberga in me sin da ragazzino, come quasi tutti coloro che sono veri amanti della natura.
Per fotografare i rapaci è meglio stare sempre nascosti, scelgo il posto, sotto un grande albero con i rami cadenti che già da soli formano un capanno naturale, io ci aggiungo anche un telo mimetico, preparo il cavalletto e la fotocamera, binocolo a portata di mano e sono pronto per l’attesa, comincia ad albeggiare e non fa freddo, anzi si preannuncia una bella giornata.
Di fronte a me l’acqua è bassa e cominciano a vedersi anche i pesci che saltano. Ora il sole è già alto, la luce è buona, all’improvviso compare il falco che si va a posare tra i pini dopo aver fatto qualche volteggio, appollaiato sul ramo scruta l’acqua antistante, sembra che voglia lanciarsi, lo spero vivamente ma invece si invola di nuovo , passa quasi sul mio nascondiglio e scompare, continuo a immaginare come sarebbe stato se avesse fatto la sua pesca proprio davanti al mio obiettivo, ma proprio mentre sono immerso nelle mie fantasticherie eccolo che appare di nuovo con la sua preda tra gli artigli, sarà andata a prenderla fuori dalla mia vista, sfila davanti a me e scompare ancora andrà a consumare il suo pasto su di un albero.

E’ socio AFNI dal 2010.
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#pdv – Il mondo dietro casa … di Valentina Cometti
December 22nd, 2020Il punto di vista – #PdV
Il mondo dietro casa
La fotografia è una fonte infinita di energia. Riesce a metterci in moto quando attraversiamo un momento difficile, o di spalancare porte su nuovi mondi…che si trovano anche dietro casa. Questo è successo a Valentina, che nel suo racconto ci confida proprio questa esperienza, in cui ha svuotato la mente per fare spazio a nuove idee.
HOavuto il piacere di poter partecipare alla rubrica “Punti di vista” e questo invito è arrivato nel momento perfetto.
Ci troviamo in un particolare periodo storico segnato da una pandemia che sta modificando la nostra quotidianità, influenzando i nostri comportamenti e lasciandoci spesso un pensiero di tristezza.
Io stessa mi sono trovata costretta a cambiare alcune priorità, accantonando momentaneamente progetti personali che mi aiutavano ad affrontare con serenità gli impegni del lavoro.

Punti di vista è arrivato come una ventata d’aria fresca, uno stimolo per ritagliarmi di nuovo uno spazio nel mondo della fotografia naturalistica, che proprio in questo momento avevo messo da parte per gestire un’attività da libero professionista che mi occupava la maggior parte dei pensieri
Ho colto l’occasione e mi sono organizzata per ritagliarmi un paio d’ore in un soleggiato pomeriggio di Martinengo, il paese in cui vivo.
Ho preso zaino, macchina fotografica con teleobiettivo, documenti, cellulare e chiavi di casa per poi uscire e lasciarmi alle spalle tutti i pensieri..
Lo stretto necessario, mente libera e serena, volevo gustarmi a pieno la possibilità di poter creare immagini il più istintive possibili. Dopo una breve passeggiata sono arrivata nel Parco del Serio di Martinengo, ho tolto la fotocamera dallo zaino e ho cominciato ad osservare.
Per un istante ho addirittura scordato il perché fossi lì, mi sono persa nell’ambiente, nei rumori, nei profumi…sono quasi sicura che questo tipo di approccio è vissuto da molti.
Finito un attimo che possiamo quasi definire mistico la mia attenzione è stata catturata da alcuni volatili, poi identificati come migliarini di palude (Emberiza schoeniclus), in quel momento ha preso vita il mio progetto.
Ho iniziato a scattare, appostandomi con cautela per non disturbarli mentre svolazzavano tra i canneti.
Meravigliosi.
Adoro assistere a queste situazioni, anche se tra le più comuni.
Tutto è avvenuto spontaneamente, guidata dalle emozioni scattavo per creare le immagini che più mi piacevano e davano entusiasmo, nel frattempo sperimentavo e mi divertivo. Non avevo dubbi che se mi fossi lasciata totalmente trasportare, la mia attenzione sarebbe finita su di loro.

Non me lo so ancora spiegare.
Il risultato di questo progetto, creato in un paio d’ore nei pressi di casa, sono nove immagini diverse tra loro ma accomunate da un senso estetico che sento mio, maturato in qualche anno di esperienza e in continua evoluzione.
Quante volte capita di non accorgersi della ricchezza che ci circonda? Fermiamoci un attimo, liberiamo la mente e osserviamo. Rendendo poi concreti questi attimi con la fotografia.

Fin da bambina ha avuto un interesse particolare nei confronti della natura che le ha permesso di sviluppare una certa sensibilità per tutto ciò di selvatico e libero. Non sono mai mancate durante l’infanzia gite in montagna o passeggiate nel Parco del Serio con i genitori, presenze che hanno senz’altro contribuito alla nascita di questa sua passione.
Parallelamente alla scoperta della natura ha coltivato l’amore per l’arte, che si è concretizzato con il diploma in scultura al liceo artistico statale di Bergamo.
Ma il punto d’incontro maggiore delle sue due grandi passioni (Arte e Natura) ha avuto luogo con l’iscrizione all’Accademia di Belle Arti di Brescia, dipartimento di Fotografia, in particolar modo con lo sviluppo della tesi di laurea triennale. Quest’ultima sintetizza perfettamente l’empatia che la lega al mondo animale e alla fotografia: una tesi improntata sulla ricerca fotografica che la ha avviata alla fotografia naturalistica, ad oggi una delle sue più grandi gioie.”
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#pdv – La casa delle emozioni … di Antonio Aleo
December 8th, 2020Il punto di vista – #PdV
La casa delle emozioni
Percorrere sentieri conosciuti, esplorare la propria terra, cercare l’intimità del paesaggio. Antonio ci racconta come un territorio incredibilmente bello quanto poco conosciuto ai più, possa rivelarsi la casa delle emozioni per un fotografo sensibile e attento.
Hosempre ammirato i fotografi americani della vecchia scuola, apprezzandone la solitudine, il grande coraggio di sviluppare nuove visioni e ricerche personali, il loro spiccato senso artistico, nel contempo raccontando i capolavori naturali dei parchi nazionali.
Dopo ”Ansel Adams” alcuni fotografi, primo tra tutti ”Eliot Porter”, si immersero ancor di più nel profondo creando un forte legame tra sensibilità interiore e l’intimità di una natura inesplorata ed incontaminata.
Dovessi indicare luoghi ben precisi, che custodiscono al proprio interno tutte le peculiarità della mia terra Calabria, griderei a gran voce Appennino calabro, luoghi di incredibile bellezza e ricchezza storica e di biodiversità, esempi di un territorio poco conosciuto spesso anche ai calabresi stessi, dove la montagna è il luogo da cui non si fugge, ma dove il calabrese trova riparo spirituale.
Il mio approccio fotografico è sempre stato abbastanza territoriale, con i suoi pro e contro.
Questo mi ha permesso negli anni di creare una mia visione fotografica libera da ogni canone estetico e stereotipato, una fotografia introspettiva che fa uso di luoghi fotograficamente poco conosciuti, in qualsiasi momento dell’anno e condizione meteo.
In dieci anni di attività fotografica ho avuto modo di visitare e fotografare gran parte del territorio calabrese, dalle sue belle scogliere alle montagne, fino ai borghi antichi. Negli ultimi sei anni ho approfondito la mia ricerca fotografica sull’affascinante altopiano della Sila, che posso definire la mia seconda casa (sia per vicinanza del luogo, sia per emozioni).
La Sila è uno dei tre parchi nazionali calabresi, ricca di immense foreste (circa 40mila ettari) di Pino laricio, sottospecie endemica del Pino nero insidiatosi a sud durante il ritiro dei ghiacciai nelle varie ere glaciali ed evolutosi per resistere al nuovo habitat e cambiamento climatico.
In Sila esistono laghi artificiali perfettamente inseriti nel paesaggio divenendo di fatto un tutt’uno con la natura circostante, torrenti che attraversano sinuose vallate e bellissime faggete anche secolari, da cui si ergono imponenti abeti bianchi che nei secoli hanno sviluppato caratteristiche importanti per resistere alle piogge acide, per poi discendere tra gole e piccole cascate in una natura selvaggia padrona della sua immensa bellezza e dall’aria qualitativamente più pulita d’ Europa.
Ciò rende questo luogo ideale per la mia creatività ed ispirazione.
Come ho scritto qualche riga su, con lo scorrere del tempo ho acquisito esperienze, che sono servite non solo a raccontare il lato naturalistico di questi luoghi, ma principalmente a sviluppare e fare mia una visione fotografica più intima, introspettiva e metaforica (meno classica e spettacolarizzata) di questi paesaggi.
Adoro incamminarmi tra i sentieri esplorando questa natura così semplice, ma ricca di emozioni e contrariamente a molti fotografi di paesaggio, concentro gran parte della mia fotografia nelle ore centrali della giornata (e qui in molti storceranno il naso) prediligendo una luce soffusa e morbida, che dona quel tocco pastello alle immagini.

Quando si fotografa si cade in una sorta di trance dove, pur non disturbando la nostra concentrazione, i nostri sensi si amplificano aumentando la qualità dell’esperienza esteriore ed interiore, il risultato sarà impresso nelle nostre immagini. E’ per questo che adoro la mia Sila, è un vero contenitore di ricordi, emozioni e sensazioni, che mi accompagneranno per tutta la vita.

Quando si avvicinò al mondo della fotografia, fu subito attratto dai grandi maestri della fotografia di paesaggio, natura e documentaristica, tra i quali spiccano Joe Cornish, David Ward, Charles Cramer, Christopher Burkett, Art Wolfe, Antoine d’Agatà. Questi hanno contribuito a rendere alto il suo interesse principalmente verso la fotografia più sentimentale e Fine Art.
Dal 2010 fotografa il suo territorio e collabora con diverse riviste ed agenzie fotografiche di natura e paesaggio. Utilizza una fotocamera mirrorless, zoom grandangolari e teleobiettivi, filtri NDG, polarizzatori e treppiedi. Postproduce le immagini principalmente con Capture One e Photoshop. Non aggiunge mai situazioni ed elementi inesistenti, in fase di scatto, alle sue immagini.
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Libro AFNI: Boschi e Foreste d’Italia
December 5th, 2020Boschi e foreste d’Italia è il secondo volume della collana “I grandi ecosistemi italiani”, un progetto editoriale dell’AFNI.
Protagonisti del libro sono i boschi italiani e la loro straordinaria biodiversità, ripresi in tutto il Paese in ogni stagione e nelle più varie condizioni meteorologiche da chi li conosce e li ama. Protagonisti altrettanto indiscutibili sono i 106 fotografi naturalisti, soci AFNI, autori delle 240 immagini che accompagnano l’ottimo testo di Marco Ferrari, giornalista e divulgatore scientifico molto noto, direttore della rivista Asferico.
Ogni immagine è preziosa, poiché concorre ad arricchire e completare il vasto e complesso quadro degli ambienti e delle specie che più li caratterizzano.
La scelta di affidare la prefazione a Fabrizio Carbone, giornalista, scrittore, ambientalista, documentarista e pittore di natura a tutto campo, come egli stesso si definisce, la dice lunga sull’orientamento e gli scopi di questo libro. Fabrizio, col suo stile lieve e privo di fronzoli ma con straordinario vigore comunicativo, da sempre cerca di scuotere le coscienze per evitare la catastrofe.
Dettagli:
Dettagli
Ed. AFNI, 2020
Copertina rigida con sovraccoperta, pagg. 168
Testo di Marco Ferrari
Presentazione: Alessandro Magrini
Introduzione: Fabrizio Carbone, giornalista scrittore
Coordinamento, design e impaginazione: Ioannis Schinezos
Stampa: Grafiche Esposto sas – Polverigi (An)
Andretta Stefano | Filonzi Gianni | Paci Francesco |
Angradi Giovanni | Fioratti Paolo | Paolinelli Franco |
Barchiesi Saverio | Fois Gianfranco | Pasqualini Nilvana |
Belegni Emanuele | Forma Antonio | Pastore Federico |
Belegni Massimo | Fratini Franco | Petito Nello |
Belli Stefano | Freddi Serena | Piccirilli Andrea |
Benazzato Oscar | Furcas Gian Luca | Pieroni Mauro |
Bianchi Loris Giuseppino | Gardonio Roberto | Placenti Felice |
Bondini Marco | Gasparotto Massimo | Potì Maura |
Borziello Giuseppe | Giamberini Silvia | Prisco Federico |
Bottini Simone | Gianesini Marco | Privitera Alberto |
Boz Bruno | Giannini Liliana | Properzi Stefano |
Bucci Giosuè | Gioggi Maurizio | Provenzale Antonello |
Cacopardi Saverio | Ianiro Alfonso | Pugnetti Cristiano |
Cairotti Marco | Innocenzi Domenico | Quattrin Dario |
Cappuccioni Alessandro | Kobal Andrea | Renier Giacomo |
Cillo Fabrizio | Lavorante Vincenzo | Rinaldi Roberto |
Ciocchetti Stefano | Lemma Francesco | Rizzato Pierluigi |
Coco Mathia | Mäenurm Anne | Rossi Cesare |
Confortini Elisa | Maggesi Marco | Rossin Stefano |
Coti Zelati Mario | Magrini Alessandro | Schinezos Ioannis |
Crovetto Federico | Maniciati Armando | Sepe Salvatore |
Deiana Laura | Marchitelli Antonio | Spada Marco |
D’Agostino Raffaele | Marson Kevin | Stimolo Giovanni |
Delli Carlo | Matarrese Maria Teresa | Stimolo Renzo |
De Ronch Luca | Mastracci Renzo | Tambella Luca |
De Siena Luca | Mauri Daniela & Pennati Michele | Taddei Antonella |
De Simone Ciro | Mazzola Clara | Torre Paolo |
De Vivo Luigi | Menta Giacomo | Toschi Michela |
Di Marco Fiorenzo | Mezza Massimo | Ugo Mirko |
Doa Gianluca | Miglio Marinella | Ugo Paolo |
Espis Gabriele | Monaco Antonio | Urbani Marco |
Fantini Sonia | Morando Mauro | Vaccher Sergio |
Feliziani Luca | Nuti Tommaso | Zanello Leonardo |
Ferretti Davide | Ori Biancamaria | Zitelli Mirco |
Ferro Alberto |
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Asferico n. 64 – Sommario
August 1st, 2020
Clicca per vedere i contenuti del numero 64 di asferico, quadrimestrale di fotografia naturalistica
Pubblicazione: Agosto 2020 – AFNI edizioni – Fotografia e Natura in tanti articoli e immagini da tutto il mondo.
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#naturadacasa
March 15th, 2020Cari soci AFNI e amici fotografi di natura, facciamo di necessità virtù!
Approfittiamo di questo rallentamento delle nostre vite, volgendo lo sguardo e gli obiettivi verso i mondi naturali che ci sono vicinissimi. Riscopriamo i soggetti comuni, che a volte trascuriamo, la fantasia non ha limiti..
Facciamolo in sicurezza, rispettando le regole che questo momento ci impone (e anche il Governo).
Ben vengano i nostri giardini, gli orti, i balconi, i luoghi consentiti dove ospitiamo specie selvatiche comuni sia vegetali che animali. Buon divertimento!
(Un ringraziamento speciale a Matteo Coletta che ha realizzato il banner, sostenendo l’AFNI e l’iniziativa )
Possono partecipare all’iniziativa i soci AFNI, i fotografi naturalisti e gli appassionati.
Regolamento:
1) Le fotografie dovranno ritrarre soggetti naturali selvatici (animali e vegetali) ripresi nei pressi della propria abitazione. Rispettando le normative emanate dal Governo in materia di mobilità per l’emergenza Covid19
2) Le fotografie dovranno essere scattate dal 12 marzo 2020 al 3 maggio 2020. Per partecipare dovranno essere salvate in jpg, al massimo della risoluzione, con dimensione 1500px lato lungo, senza l’aggiunta del watermark, e inviate a segreteria@afni.org
3) Nella mail l’autore deve specificare il luogo dello scatto, la data, nome e cognome, dovrà lasciare visibili i metadati nel file (dati exif) e potrà aggiungere una breve descrizione.
4) Con l’invio delle immagini l’autore attesta che la foto è stata fatta nel rispetto delle normative emanate dal Governo riguardanti la mobilità per l’emergenza Covid 19
5) Con l’invio delle immagini l’autore autorizza l’AFNI alla divulgazione sul sito www.asferico.com e sui profili social dell’AFNI a fini NON commerciali, previa apposizione da parte di AFNI del nome dell’autore sulla fotografia prima della sua pubblicazione
Guarda le Gallerie giornaliere
(da smartphone si consiglia di girare lo schermo)
Settimana dal 4 al 9 maggio
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Settimana dal 27 aprile al 3 maggio
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Laura Sartor foto del 23/04/2020 |
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Stefano Rossin foto del 24/04/2020 |
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Clara Mazzola foto del 22/04/2020 |
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Margherita Del Piero foto del 23/04/2020 |
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Marco Maggesi foto del 11/04/2020 |
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Alessandro Caddia foto del 08/04/2020 |
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Stefania Gatti foto del 05/04/2020 |
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Chiara Bresciani foto del 10/04/2020 |
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Claudio Severi foto del 20/04/2020 |
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Antonio Massimo Marchitelli foto del 19/04/2020 |
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Giovanni Spinella foto del 23/04/2020 |
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Lara Giglio foto del 07/04/2020 |
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Silvana Boccardo foto del 14/04/2020 |
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Giuseppe Borziello foto del 04/04/2020 |
Settimana dal 20 al 26 aprile
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Settimana dal 13 al 19 aprile
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Settimana dal 6 al 12 aprile
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Settimana dal 30 marzo al 5 aprile
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Settimana dal 23 al 29 marzo
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Dal 15 marzo al 22 marzo
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