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A due passi dalla città

La Collina di Torino è il mio giardino.

Qualche anno fa, più di un lustro oramai, mia moglie ed io abbiamo deciso di trasferirci fuori città. La decisione è stata preceduta da conciliaboli caratterizzati da immancabili dubbi e perplessità, che ci siamo lasciati ben presto alle spalle e hanno trovato risposte rapide e puntuali. Detto fatto ci siamo trasferiti fra i boschi della collina torinese.

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Gli abitanti di Torino rappresentano l’archetipo del “cittadino” e quelli della sua cintura non ne sono da meno e a volte sono inconsapevoli di vivere immersi e circondati da piccole e grandi perle di territorio protetto, ricco di diversi ambienti e preziosi biotopi, brulicanti di vita e abitati da molte specie animali e vegetali, alcune delle quali rare e protette.

Spesso non sembrano averne piena consapevolezza o più banalmente non conoscono la gran varietà e quantità di bellezze naturali che assediano i loro comuni e che qualche volta fanno breccia e penetrano addirittura al loro interno. Perché? Probabilmente per due motivi. Il primo sta nel fatto che al “verde” ci sono abituati perché la città possiede uno dei più alti standard urbanistici di superficie verde per abitante d’Europa; il secondo motivo potrebbe derivare da quel retaggio sabaudo da “bugia nen” (attendista, prudente, a volte poltrone nda) che si portano dietro. Certamente per “avventurarsi in natura” bisogna avere voglia, tempo da spendere e soprattutto è necessario saper guardare per poter vedere.
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Tra i parchi collinari quello di Superga è forse l’area più interessante per chi vuole cimentarsi in bio-watching e fare qualche scatto in natura, nonché per trovar casa! È parte integrante e portante di una rete di aree protette molto interessanti e comodamente raggiungibili in auto, a piedi o con la storica tranvia a cremagliera, in una manciata di minuti dal centro città.

Qui si possono visitare ambienti di notevole valore naturalistico e risulta difficile pensare che soltanto duecento anni fa questi ospitavano l’orso e il lupo, scomparsi a causa della pressione venatoria unita al massiccio impatto antropico.

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d32_4746_smallLa fauna e la flora ospitate dal parco, ricco anche di spunti e luoghi di importanza storica ed artistica, rappresentano un raro esempio di esuberante biodiversità presente sul territorio regionale. È impossibile fare l’elenco di tutte le specie presenti nell’area collinare, così mi limiterò ad elencare quelle che sono più frequenti o facili da incontrare o che semplicemente frequentano il giardino di casa mia regalandomi immensa gioia.

Nel corso di questi pochi anni infatti ho avuto il piacere di poter “assaporare quel che mi circonda” e che ciclicamente, ogni anno, fa la sua comparsa o torna a farmi visita. Mi piace pensare che il tutto accada in mio onore e cerco di vivere questo come un enorme regalo che mi è capitato e del quale non posso più fare a meno, perché non potrei certo tornare indietro. Già, perché si torna ad avere un rapporto con la stagionalità e con i ritmi della terra oramai perduto e si impara a seguire o meglio accompagnare la cadenza delle stagioni avendo la certezza che in primavera e a fine autunno, soprattutto nelle nottate umide e piovose uscendo dalla porta di casa incontrerai salamandre pezzate e gli immancabili rospi che per settimane rimangono compagni fissi di quel lampioncino o di quell’angolo di prato e forse una raganella o un’errabonda dalmatina; sai che tra giugno e luglio per una decina di giorni il cielo verso sera si farà rumoroso per il passaggio continuo di cervi volanti o che quando matura il sambuco -e fin quando non l’avranno smangiucchiato per bene- ci saranno alcuni ghiri a tenerti compagnia in cortile, sullo stesso albero dove nel pomeriggio gironzolava uno scoiattolo rosso fuoco.

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E poi sai che a fine estate ogni giorno sarai accompagnato dal canto dei gruccioni che hanno deciso ogni anno di passare intere settimane a foraggiare proprio sopra casa tua e ci saranno le cince che nidificheranno nelle cassette nido che hai premurosamente predisposto per loro, le stesse cince che in inverno insieme a capinere, fringuelli, verdoni, passere scopaiole, pettirossi & co. frequenteranno le mangiatoie dove hai riposto qualche seme che potrà essere loro d’aiuto a passar l’inverno in modo più agevole e che mentre saranno in mangiatoia ci saranno codibugnoli e fiorrancini pigolanti a spiluccare su alberi e siepi.

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E poi ti capiterà di sentire l’allocco ogni sera, puntuale, dall’altra parte del bosco, le civette chiassose o un barbagianni ancora più rumoroso e sentirai rumori di foglie e di calpestio sul prato sul quale ti siederai con gioia ad ammirare moscardini e frenetici ricci.
 

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A volte i rumori saranno più importanti e llora potrebbe trattarsi di una volpe, di un tasso o dei cinghiali che sono nuovamente riusciti a entrare da qualche grosso buco nella recinzione. Il tuo giardino sarà visitato da upupe, picchi, faine, natrici, sparvieri, biacchi, lucertole, libellule, ramarri, cerambici possenti, popolato di fiori, ragni famelici e farfalle colorate ed eleganti e ti sarà ben chiaro che non potrai più farne a meno e non potrai neppure immaginare di tornare indietro, in città. E comincerai a condividere tutto questo con i tuoi figli, sicuro che anche loro, come te, non potranno più farne a meno. Te la sentiresti di negargli lo spettacolo serale delle lucciole? Questo mai.

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