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#PdV – Lasciate ogni pensiero…di Giorgio Gregori

Il punto di vista – #PdV
Lasciate ogni pensiero
Varcando il confine tra il mondo come lo conosciamo e quello naturale, veniamo trasportati in una dimensione diversa dove i pensieri quotidiani non possono raggiungerci. E’ l’effetto benefico che l’ambiente ha su di noi.

Circa trent’anni fa, nel corso di una visita al museo di storia naturale della mia città, mi imbattei casualmente in una mostra di fotografia naturalistica.
Era un’attività a quell’epoca ancora abbastanza di nicchia, praticata da pochi appassionati.
Quelle immagini furono per me una folgorazione, mi spinsero ad iscrivermi a un gruppo livornese di fotografi che diventarono le levatrici dei miei primi primi vagiti nell’attività di fotografo naturalista.

PDV_Gregori01_01Ben presto sorse la voglia di esplorare nuovi territori (componente fondamentale della mia personalità, dove per territorio intendo sia il viaggio in altro continente che il vaglio attento di un metro quadrato di campo praticando la macro), e i miei mentori mi indirizzarono presto verso l’oasi wwf di Bolgheri, un luogo a me relativamente vicino e che sarebbe diventato in breve un’ancora non solo fotografica, ma oserei dire esistenziale.

Tale è la bellezza del luogo (una palude che rappresenta forse l’ultimo lembo della Maremma originaria, ove si assiste al compenetrarsi continuo ma sempre mutevole di cielo, terra ed acqua) che la frequentazione assunse presto i caratteri di una addiction. Ricordo ancora in epoca lavorativa i salti mortali coi quali cercavo di far collimare l’orario di lavoro con la frequentazione del posto, e quanto fosse frustrante non riuscirci.

Credo che tutti i fotografi appassionati (quindi sicuramente chi legge queste righe) ben conoscano la valenza terapeutica (mi sento di scomodare questo aggettivo a ragion veduta) della frequentazione del proprio spot preferito. Chiudere alle mie spalle il cancello d’ingresso significava anche depositare fuori preoccupazioni, affanni, problemi irrisolti per godere di quella fusione con la Natura che viene ben prima della cattura dell’immagine.
Al punto che rimpiango di non aver mai proposto di affiggere un cartello all’ingresso con le parole lasciate ogni pensiero o voi ch’entrate…

Dal punto di vista strettamente fotografico, siamo ovviamente nel regno degli uccelli acquatici, con notevoli contingenti di Anatidi e Oche selvatiche. Va da sé che la stagione migliore per numero di presenze è l’inverno (e mi sovviene subito l’immagine scolpita nella memoria degli osservatori con le gote rosse e i nasi gocciolanti, mentre la tramontana ululava dalle sia pur piccole feritoie).

PDV_Gregori01_08Ma al di là dei numeri quello che resta dentro, a mio parere, è la grandiosa commistione fra la bellezza animale e quella botanica, e in questa metterei al primo posto la maestosità dei Frassini ossifilli emergenti dalle acque.
Parole da innamorato, lo ammetto senza pudore.
Ma non da innamorato geloso, per cui il messaggio finale è questo: vedetela, finché si potrà…

 

Giorgio Gregori, Livorno

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Giorgio Gregori
Nato a Livorno nel 1956, ho lavorato come Medico presso l’ospedale della mia città fino al recente pensionamento.
Da sempre attratto dal contatto con l’ambiente naturale, da circa trent’anni pratico la fotografia naturalistica, della quale continuo ad esplorare i vari settori con immutata passione dopo aver vissuto tutti i cambiamenti cui è andata incontro in questi decenni. Tramite la condivisione delle mie immagini, sia con associazioni che personalmente tramite i canali web, ho cercato di fornire un sia pur minimo contributo alla diffusione della conoscenza della Natura e alla consapevolezza dell’importanza di difenderla. Avendo spesso condiviso sul campo questa passione con amici fotografi (e che fotografi!) auspico che sia prossimo il momento di riprendere queste piacevoli abitudini
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