
Il punto di vista – #PdV
L’anno bisestile
La pandemia, la clausura, hanno fatto mancare un appuntamento con la natura.
Si può pensare positivo facendo di necessità virtù e scoprire che malgrado i limiti, si possono trovare nuove energie nel quotidiano.
Eppure quell’appuntamento rimandato, è pur sempre una perdita. Leggiamo le riflessioni di un fotografo di natura.
CCredo che ogni fotografo non dimenticherà mai ciò che ci ha riservato quest’anno bisestile, già a cominciare con le prime avvisaglie di primavera.
Fremevo per l’avvicinarsi della bella stagione e già cominciavo a programmare le prossime e numerose uscite.
Da amante della natura già assaporavo il contatto con il mondo che si svegliava con i primi tepori, con le giornate sempre più lunghe. No, non era così semplice.
Non avevo fatto i conti con l’altra natura, quella che ha condizionato il mio più grande amore per il micromondo animale e vegetale, con la fauna e con la flora, con gli insetti e le farfalle: il Coronavirus.
Eppure la vera natura si svegliava, senza di me, e neppure si accorgeva di quanto soffrivo per non poterla rivivere con le immagini.
Purtroppo non avevo scelta, dovevo soffrire, non sapevo se e per quanto tempo ancora. Piano piano gli spazi si sono allargati e c’è stata la lenta riapertura che mi ha dato la nuova carica per riprendere le belle abitudini. Ma i pericoli non sono finiti con questa nuova ondata, spero per breve.
Volendo però interpretare gli avvenimenti che si sono susseguiti freneticamente, non mi sono perso d’animo e ho cercato ugualmente di viverli avvicinandomi a quel micromondo nascosto e sconosciuto al quale sono tanto affezionato.
All’inizio vicino casa e poi rinchiuso in quegli spazi angusti del giardinetto che, da fortunato, potevo permettermi di utilizzare, imparando a conoscere ogni centimetro.
Spesso soggetti insignificanti e per i quali, da macrista quale io sono, non mi ero mai soffermato ad esaminare tanto da vicino, persino le infiorescenze fra le erbe e fra i muschi hanno attratto la mia curiosità e attenzione.
Ho perso invece irrimediabilmente, per quest’anno, ciò che la natura ha vissuto inconsciamente senza di me.
Non si è fermata, a lei il Virus non importa, non lo ha mai conosciuto, non ha fatto il lockdown, si è invece salvata, almeno parzialmente, da tutti quei veleni che noi stessi utilizziamo per produrre sempre di più ciò che poi dobbiamo necessariamente consumare sulle nostre tavole.
Ho perso il suo risveglio, tantissimi fiori, tante orchidee spontanee, tanti insetti impollinatori, ma chissà quanto avrà gioito, questa meravigliosa natura, a rinascere in modo più pulito, in un silenzio assordante, in un cielo più blu.
Ricordiamocelo per gli anni a venire.
La natura non appartiene a noi e dobbiamo trattarla con educazione e rispetto, siamo i suoi ospiti. Non a caso la citazione che fra tutte preferisco è questa: “Fa che la natura non si accorga del tuo passaggio, lascia i luoghi che fotografi come li hai trovati”
Le immagini qui riportate sono tutte rigorosamente eseguite in “clausura”
