
Il punto di vista – #PdV
Infinite forme (bellissime)
La fotografia macro consente osservazioni ravvicinate ad un dottore naturalista. Le sue lenti indagano tra il fogliame per scovare i bruchi. Autentica passione per Antonio, che adora ammirarli tra colori sgargianti e infinite forme (bellissime).
Polipodi. Molti di noi li conoscono con il loro nome comune: bruchi.
Durante le mie uscite, sovente mi capita di sorprendermi a riconoscerli immobili addossati a fili d’erba, a volte vaganti con il loro incedere paziente e sinuoso su staccionate, oppure intenti a fare ciò che sanno fare meglio: mangiare!
Per me, che sono dottore naturalista, rappresentano, in maniera tangibile e concreta, cosa sia la biodiversità con le sue infinite forme bellissime (parafrasando il titolo del celebre libro di Sean B. Carroll).

Spesso, quando mi capita di incontrarli, è presente con me mia figlia che prova per loro un’incontenibile ammirazione: colorati, piccoli, teneri ma talvolta capaci di sorprenderci. Come quella volta, sulla murgia pugliese, in un assolato e rosso pomeriggio di marzo in cui all’interno di “nidi” di Malacosoma franconicum (aggregati setosi di bruchi di questa falena) queste larve si muovevano a scatti in maniera sincrona e sincopata come sotto un influsso di chissà quale segnale.
Oppure quando, nei boschi del Parco Nazionale del Pollino, vidi calarsi, come funamboli esperti, dalle fronde degli alberi e appesi al loro esilissimo filo di seta, piccoli bruchi di geometridi.
E’ difficile descrivere tutte le caratteristiche di queste stupende forme animali che a volte sono perfino più sorprendenti delle loro immagini adulte (i Lepidotteri, ma anche Mecotteri e Imenotteri).
Non è facile incontrarli, perché molti di loro sono di dimensioni ridotte e con colori criptici, ma non è neanche possibile ignorarli quando si palesano con le loro colorazioni aposematiche di avvertimento e la loro taglia possente (sfingidi).

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